Madre Metilde di Gesù

1907-1995

 

Antonietta Bagnulo, nativa di Ostuni, vide la luce il 20 Ottobre 1907 da Angelo e Cosima Cavallo. In giovanissima età perse entrambi i genitori e a soli otto anni, entrò il 25 Gennaio 1915, come educanda nel Carmelo di S. Maria Maddalena de’ Pazzi di Ostuni. Come tante donne di altre epoche, si può affermare che crebbe in monastero, imparando a lavorare con l’amato telaio insieme al gusto della preghiera. A diciott’anni decise di rimanere per sempre nella comunità che era ormai la sua famiglia e prese il nome della grande Santa Benedettina, Metilde di Gesù, vestendo l’abito del Carmelo il 17 Maggio 1925. Iniziò con questo segno il tempo del noviziato. Al termine dell’anno, emise la professione semplice il 17 Maggio 1926 e la professione solenne il 18 Agosto 1929.

Di piccola statura, minuta e determinata, si impegnò nel lavoro della filatura e nelle altre faccende comunitarie, fino a quando fu inserita prima come aiuto maestra in noviziato e le giovani che si avvicinavano al monastero furono il suo primo campo di lavoro e di prova. Data la sua esperienza, quando giunse la richiesta del generale p. Kyliano Linch da parte del Monastero della S. Croce di Lucca per avere una priora e una formatrice da qualche altro monastero, madre Carmela di Ostuni scelse come futura priora suor Maria Carmelita Catapano e come maestra suor Maria Metilde Bagnulo.

Pure nella limitatezza del mezzi formativi a sua disposizione, suor Metilde aveva la sua piccola riserva personale di appunti, trascrizioni di omelie e di lettere ricevute dai padri spirituali e superiori del Carmelo. Questi modesti testi costituivano la base della formazione delle giovani che l’avrebbero raggiunta a Napoli. Gli esempi pratici, le metafore concrete erano le sue preferite. Una terminologia semplice non solo era di immediata comprensione, ma era facile da fissare e memorizzare. Così, partendo dalla classica affermazione di S. Ignazio che desiderava diventare “frumento di Cristo”, le piacque molto l’attualizzazione di un predicatore:

 

«Ora non ci sono più le belve feroci. Sorelle, prendiamo la vita di ogni giorno, che cosa snervante: eppure sempre avanti nella vita ordinaria di ogni giorno, con le stesse cose  e le stesse persone. Com’è santificante, sorelle!! Ogni giorno nel macinino, per tutta la vita. Per diventare Ostia, la farina deve essere setacciata per bene, ecco le purghe dei sensi, la notte oscura di cui parla S. Giovanna della Croce, ci passiamo un po’ tutti veramente, il Signore non guarda mica in faccia là… Il Signore, come viene, quando vuol purificare un’anima non va mica per il sottile, quando ci mette la mano puoi strillare quanto vuoi!».

 

Le normali azioni della vita quotidiana, gli usi comunitari, andarono a costituire l’umile trama che sostenne il suo cammino spirituale. In tempi diversi, si può provare una certa perplessità per uno stile di osservanza tipico di altre epoche, però bisogna tener conto che, per donne dell’inizio del secolo scorso, simili strumenti hanno fornito una concreta direzione di cammino con l’obiettivo di «seguire Gesù» che rimane un obiettivo di tutto rispetto. Da tali insegnamenti aveva tratto motivi di riflessione e aveva appuntato diversi pensieri spirituali che poi condivideva con le giovani nel tempo di formazione e di lettura del noviziato:

 

«Ricordiamoci che il voler seguire Gesù più da vicino lo abbiamo voluto noi. Perciò abbiamo voluto abbracciare le costituzioni e la regola dello stato religioso … Consacrare la vita al Signore vuol dire: dare tutto! E dare significa osservanza perfetta della regola e delle costituzioni le quali devono essere per noi la voce unica e vera del nostro Dio. Dobbiamo osservare tutti i punti, non solo quando ci fa comodo e scartando quanto non ci va. Gesù quest’oggi ci dice: Siate perfetti com’è perfetto il vostro Padre celeste. Dobbiamo tendere alla perfezione e le costituzioni sono la via sicura. Il Signore ci dia la forza di corrispondere alla nostra vocazione in ogni atto che compiamo, in ogni parola, in ogni azione, in tutto. Senza santità non possiamo piacere al Signore. Lui vuol vedere una certa disponibilità da parte nostra nell’accettare la sua volontà».

 

Il linguaggio diretto era quello che preferiva e le sue battute erano proverbiali tra le sorelle. Ma il linguaggio semplice e poco forbito non deve ingannare. I contenuti delle sue riflessioni “impertinenti” erano maturate riflettendo sulla realtà. Durante la guerra l’esperienza della penuria di cibo non aveva risparmiato nemmeno le monache. E, a posteriori, la sua penna non esitava nei discorsetti che preparava per le novizie:

 

«I religiosi, a volte, sono pieni di superbia. La loro pancia è piena. Come possono credere coloro che  hanno veramente fame? Preghiamo che il Signore ci dia veramente fame, ma fame di umiltà, però. Ricordiamo che la virtù dell’umiltà va unita alle tre virtù teologali che ci tengono unite a Dio. Dobbiamo pregare che il Signore ci faccia provare la fame. Solo così noi potremo riconoscere la fame e la sete degli altri che muoiono di fame e di sete che noi non conosciamo. La vera Quaresima consiste nell’apertura verso gli altri, saper vedere Cristo travestito nei fratelli. È a questo che dobbiamo arrivare».

 

Nei lunghi anni di vita comunitaria a Napoli, fu quasi sempre maestra. Dal 1961-1964 chiese di aver un cambio e svolse il compito di sagrestana. In più triennio fu anche scelta come consigliera fino a quando, declinando le forze, chiese di ritirarsi da ogni ufficio e dedicarsi alle attività artigianli in cui eccelleva. Era molto stimata, non solo dalle consorelle, ma anche di diverse persone vicine alla comunità che chiedevano di incontrarla a parlatorio e, in particolare, la sua preghiera e la sua intercessione per le donne che desideravano avere un bimbo e, spesso, venivano esaudite. Serenamente, ha lavorato al suo telaio quasi fino al termine dei suoi giorni, umile e silenziosa, sempre fedele agli “atti comuni” come aveva insegnato alle sue novizie. Si spense serenamente il 20 Luglio 1995 circondata dall’affetto e dalla stima della sua comunità.

 

 

Colloqui I

Edizione critica

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Edizione critica

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Le Lettere della Beata Maria Bagnesi - 2022
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Nuova Antologia delle parole di Santa M. Maddalena de' Pazzi - 2021 Prefazione G. Betori
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