Madre Maria Serafica 

 

 di Santa Teresa

 

(Camilla Orlandini)

 

1649-1727

 

Suor Maria Serafica di Santa Teresa nacque nel 1649 da Baccio Orlandini e dalla signora Tornaquinci, famiglie dell’alta nobiltà fiorentina, e fu battezzata come Camilla. Per un’epidemia vennero a mancare presto entrambi i genitori, mentre altre sorelle più grandi erano già entrate nel monastero di Candeli.

 

Ma la morte improvvisa dell’unico fratello rimasto le provocò un intenso disincanto e ricordando una vita di S. Maddalena de’ Pazzi ricevuta dalle Sorelle, cui era rimasta misteriosamente legata, decise di entrare nel suo monastero situato a Borgo Pinti.

 

Accettata il giorno dell’esaltazione della Croce (14 settembre 1667) e dopo aver versato una dote di 400 ducati, per  il 15 d’ottobre, festa di S. Teresa, vestì l’abito dando inizio al noviziato. Il 21 ottobre del 1668, emise la professione solenne.

Il suo stile di vita serio e modesto risultò molto convincente agli occhi delle superiore e delle sue compagne di noviziato. Ed in breve, dopo un periodo in cui fu aiuto economa (1676 al 1685), fu eletta, a partire dal 1687, alle maggiori cariche del monastero, partendo dall’ufficio di economa titolare.

 

Proprio in tale epoca, il granduca decise di sponsorizzare la costruzione di una nuova cappella per Santa Maria Maddalena stanziando una cospicua cifra pari a 40.000 scudi che lei come economa provvide ad amministrare con molta oculatezza.

 

Fu quindi eletta priora per la prima volta nel 1690 e lo fu ancora per altri sette trienni, quasi un record! 

Molto devota all’Eucaristia, desiderava rimettere in vigore la comunione quotidiana, come era nella tradizione antica del monastero, e vi introdusse l’adorazione perpetua notturna e diurna, malgrado non poche difficoltà.

 

Si sentiva oltremodo attirata dal gusto per le umiliazioni e intraprese con decisione la strada spirituale di un’ascesi a tutta prova. Secondo il desiderio vagheggiato ma non realizzato da madre Minima Strozzi, introdusse frequentamente un quarto anno di noviziato, scrivendo anche delle indicazioni per tale periodo. Tale anno iniziava con un mese intero di ritiro a cui spesso la madre stessa prendeva parte.

 

La madre Serafica amava molto l’orazione durante la quale frequentamente meditava su Gesù nell’orto degli ulivi. O praticava quella che lei definiva «orazione di clamore» (dal Salmo 119, Ad te, Domine, clamavi) con cui ella invocava il Signore dal più profondo del cuore e a suo parere «l’orazione in null’altro consiste che in far atti di volontà». 

Ebbe cura di promuovere il culto di Santa Maddalena sia accogliendo l’offerta del granduca di rifarne l’urna, sia promuovendo la stampa della devozione dei Venerdì che realizzando una nuova edizione della Vita di Santa Maddalena in due volumi.

 

Come le sue nove compagne di noviziato, anche la madre Orlandini rimase molto legata alla madre Minima Strozzi, loro maestra, e non essendo soddisfatta della vita già pubblicata cominciò a raccogliere altre testimonianze e per approntarne una nuova edizione. Avrebbe voluto mandare avanti il processo del riconoscimento canonico della sua santità ma ci furono degli ostacoli.

 

Alla vigilia della Santissima Annunziata del 1727, la madre Serafica si trovava in buona salute, tanto che secondo gli usi della Comunità, servì le Sorelle a mensa ma, all’improvviso, quando avrebbe dovuto tenere una conferenza alle giovani, fu presa da una sonnolenza sempre più profonda che degenerò in uno stato di coma dopo aver ricevuto i sacramenti. In questo stato, spirò il 13 aprile 1727, a settantotto anni e cinquantanove di vita religiosa.

La Comunità era decisamente entusiasta di questa priora ed espresse il suo cordoglio con simili parole:

 

«Essendo restate prive di un esemplare tanto segnalato e di tanto aiuto e profitto per l’anime nostre, essendosi per il bene di ciascuna tanto affaticata con sì gran zelo dell’osservanza religiosa e premura del bene di tutte. Ciò l’ha  dimostrato sempre nella cura che ha avuto di noi in ventidue anni che è stata superiora e maestra e molti economa con tanta e sì grande edificazione e soddisfazione di tutte avendola Iddio dotata d’un gran talento spirituale e temporale. Piaccia alla Divina Bontà che ci sappiamo approfittare ed appropriare di quanto lei, con gli esempi e gli insegnamenti ci ha insegnato perché possiamo ritrovarci a godere con lei il Sommo Bene in paradiso».

Colloqui I

Edizione critica

prefazione di A. Pellegrini

 

Quaranta Giorni

Edizione critica

prefazione di A. Pellegrini

 

Revelatione e Intelligentie

Edizione critica

prefazione di A. Bellandi

 

Le Lettere della Beata Maria Bagnesi - 2022
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GIORGIO LA PIRA, Lettere al Carmelo di S. Maria Maddalena de' Pazzi - 2022

prefazione di A. Pancaldo

 

Nuova Antologia delle parole di Santa M. Maddalena de' Pazzi - 2021 Prefazione G. Betori
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