VITA cap. 32-36
La fondazione di S. Giuseppe

 

 

Cenni sul contesto storico-ambientale

 

* Teresa, dopo anni di riflessione, nei cap. 32-36, narra la fondazione del piccolo Carmelo di s. José con la passione che la contraddistingue e il suo gusto per l'avventura. E' evidente che la conoscenza della Regola del Carmelo era carente per tutte le donne monache del tempo. E il ritorno ad essa era più un desiderio generale che un progetto analitico. Il debito con gli stili di preghiera e di "riforma" del tempo non si può negare, a partire dall'esempio delle "Scalze", ossia delle Clarisse Scalze.


* E' fin troppo evidente che, senza l'aiuto di vari religiosi non carmelitani, al di là del provinciale che, dopo varie esitazioni, rifiutò l'invito ad accogliere una fondazione che partiva da una donna così energica e chiacchierata, eventuali fondazioni non sarebbero mai partite. Ma non sarebbero neppure iniziate senza i laici e le laiche che sostennero la Madre Teresa concretamente e finanziariamente, seppure in frequenti ristrettezze.

 

DOMANDE

1) Cosa S. Teresa desiderava comunicare?
2) Cosa ha volutamente taciuto?
3) Cosa lo Spirito desidera comunicarci oggi attraverso Teresa?

 

ALCUNE ESPRESSIONI GUIDA


1) Il modello immediato di "nuovo" monastero come ambienti e stile ascetico venne dalle Clarisse Scalze.

 

Ofrecióse una vez, estando con una persona, decirme a mí y a otras que si no seríamos para ser monjas de la manera de las descalzas, que aun posible era poder hacer un monasterio.
(Ora avvenne una volta, stando con una persona, disse a me e ad altre che se avessimo voluto essere monache alla maniera delle Scalze, era possibile fare un monastero V 32,10).

 

2) Un discernimento adulto dovette assumersi degli spazi di libertà nell'azione che i limiti canonici del voto di obbedienza avrebbero sconsigliato (cf V 36, 7).


Todo se hizo debajo de gran secreto, porque a no ser así no se pudiera hacer nada, según el pueblo estaba mal con ello, como se pareció después.
(Tutto si fece in gran segreto, perché diversamente non si sarebbe fatto nulla, avendo pure la gente contraria, come poi si vide. V 36,3).

 
3) E' la preghiera che guidava nella notte più delle forze umane

 

Algunas veces parecía que todo faltaba...Yo me fui a Dios y díjele: «Señor, esta casa no es mía; por Vos se ha hecho; ahora que no hay nadie que negocie, hágalo Vuestra Majestad».
(A volte sembrava tutto perduto... Io dissi a Dio: «Signore, questa casa non è mia; è stata fatta per Voi; ora che nessuno se ne occupa, ci pensi Vostra Maestà». V 36,17).


4) Il cuore della nuova proposta teresiana non fu un'ascesi rigorosa che era tipica delle riforme spagnole del tempo "descalces", anche se alcune frasi a ciò sembrano alludere (cf V 32, 9).

 

Ahora, aunque tiene algún rigor...

(Ora si hanno alcuni rigori... V 36,27).


SUGGERIMENTI DI METODO

 

1) Si consiglia di leggere la testimonianza profondamente personale di Teresa sulla sua prima fondazione, anche alla luce della sua storia successiva, ricca di testimonianze di fede ma pure di fatica, nel discernimento sulla concreta organizzazione della vita sia in ordine all'estesa solitudine, che alla formazione e alla possibilità di relazionarsi in amicizie esterne in dinamici processi di evoluzione. 

 

ANNOTAZIONI


- Senza tutte le conoscenze illustri che Teresa aveva tra Francescani, Domenicani e Gesuiti, non avrebbe potuto superare, solo col discernimento dei suoi diretti superiori, le asperità personali e canoniche di una nuova fondazione.


- La "visione dell'inferno" (V 32, 1-9) fu una delle componenti più forti che emozionalmente spinsero Teresa all'azione. Ci si chiede, sul piano più prosaicamente storico, quanto la notizia della sua fondazione le rendesse, di fatto, ormai impossibile rimanere nella sua Comunità di origine, che non riuscì a cogliere la necessità di un cambiamento non solo personale ma strutturale.


- Ovviamente, Teresa non poteva nemmeno immaginare una "struttura" diversa da quella monastico-claustrale che il diritto canonico del tempo offriva a tutte le donne di tutti gli Ordini. Che questa sia stata la forma migliore o lo sia, per tradurre al meglio il carisma carmelitano al femminile, rimane questine storiografica ampiamente aperta.

 

- Complesso e tormentato fu il discernimento a proposito delle rendite (V 35, 1-6), come per S. Ignazio. Si apprezza il desiderio con cui vari "spirituali" del tempo tentarono di reagire ad una mondanizzazione anche della vita religiosa. Di fatto però, tanto Teresa per i monasteri posti in paesi periferici come Malagon ma anche Alba, quanto Ignazio per i Collegi, dovettero in breve scendere al compromesso dell'accettazione di rendite. Il solo lavoro manuale delle donne, dai tempi di Chiara d'Assisi non riusciva a sostentare anche Comunità non troppo numerose.


- Se nei movimenti di riforma di ogni tempo un'ascesi anche fisica riveste sempre un certo fascino, la storia del movimento di riforma teresiano ha conosciuto non poche contraddizioni nell'esaperazione di tali desideri, a scapito dell'umanesimo denso di amicizie e formazione che, invece, plasmò la vita di Teresa.

 

 

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