BALDASSARRE nIETO

 

E I SUOI FRATELLI

 

Appena aperto il convento carmelitano teresiano di Pastrana grazie ai due singolari eremiti del Tardón, Ambrogio Mariano Azaro e Giovanni di Narduch, si presentò nel 1569 un maturo carmelitano della provincia di Andalusia, Baldassare Nieto, che chiedeva di aderire alla riforma teresiana, con altri quattro suoi amici.

Rimane difficile, ma doveroso, descrivere il “novizio” che bussava alla recente comunità.

 

Il Generale Rossi nella sua visita dell’Andalusia lasciò scritto che aveva dovuto «riprendere aspramente questi tre fratelli per la loro vita leggera e libidinosa, con la quale tutti i tre si erano sporcati insieme (conspurcati)» (Regesta Rubei, f. 96r).  

 

Basti dire che il generale Rossi lo aveva espulso come indesiderabile e incorreggibile dalla sua provincia, guidata per diversi anni dal fratello più in gamba della triade, di nome di Gaspare, provinciale che aveva guidato verso il degrado e l’immoralità l’intera provincia andalusa che non riusciva a liberarsi dal potere dispotico dei tre.

Il Generale G. B. Rossi
Il Generale G. B. Rossi

Baldassare Nieto era prima entrato tra i Francescani ma, ancora novizio, si era spostato dai Carmelitani, accolto dal fratello provinciale Gaspare.

 

Nel 1563, ottenne di pronunciare i voti prima della fine dell’anno e ricevette la patetente necessaria per andare nelle Indie. Ma i programmi cambiarono in fretta, così nel 1565 ottenne dal vicario Rossi, il permesso di diventare maestro in teologia e in fretta, Gaspare lo nominò suo vicario, facendolo sottopriore a Utrera.

 

Tra le sue prodezze, ricevette a Cordoba, dietro pagamento di 200 reali, Giovanni de Angullo, omicida (Visitatio hispanica f 4v).

 

Era noto «per intendersi al massimo di lusso e di donne» importunando anche monache (Visitatio hispanica f. 16r). Aveva dei figli illegittimi che talvolta teneva anche in convento (Visitatio hispanica f. 16r).

 

Di natura spavalda e sentendo le proprie spalle coperte, a Utrera, fu insolente persino con il priore Michele de Ulloa e ripreso dal Generale, gli scrisse, per tutta risposta, che: «disprezzava totalmente le sue ammonizioni e i suoi castighi» (Regesta Rubei, f. 96r). Espulso come incorregibile e indesiderabile dalla Provincia Andalusa, bussò a Pastrana.

Convento degli Scalzi di Pastrana
Convento degli Scalzi di Pastrana

E simile novizio, provvisto di un tale curriculum, in breve divenne il priore di Pastrana; fondò una serie di conventi in Andalusia contro l’ordine esplicito del Generale Rossi e, per completare il quadro, il visitatore domenicano Vargas, addirittura, lo nominò primo superiore degli Scalzi di Andalusia il 23 aprile 1573.

 

Ero troppo noto per svolgere direttamente un tale incarico, e infatti pensò bene di delegarlo, il 4 agosto 1573, a p. Gracián che, ventottenne, aveva appena terminato il suo noviziato.

Pastrana
Pastrana

Melchiorre era il più squilibrato dei tre e la priora di Ecija non esitava a dargli del «loco», ossia del matto. Non è noto quando sia entrato nell’ordine, ma nel 1552 si trovava a Salamanca per gli studi di Teologia.

 

Fu priore di vari conventi, prima di diventarlo in Ecija, da dove dovette essere rimosso dal fratello per le sue «turpitudini e crimini disgustosi» (Visitatio hispanica f. 13r).

 

Per completare l’opera, il 25 agosto 1565, Melchiorre assaltò e malmenò il visitatore Mazzapica. Gaspare cercò di fermarlo e di spedirlo nel carcere convenutale di Siviglia. Ma a Carmona il fratello Baldassare penetrò nella cella, gli diede una spada e Melchiorre si diede alla fuga (Visitatio hispanica f. 12r-15v) contando sull’amicizia di molti priori andalusi e vari nobili con buoni aggancinel Consiglio reale, tra cui Don Gomez Suares de Figueroa, signore di Zafra, luogo natale dei Nieto.

 

Fra Cristobal de Vargas tracciava un suo profilo in questi termini:«uomo perduto e distruttore di conventi. Dovunque è vissuto ha seminato rovina conducendo una vita disonesta con uomini e donne» (Visitatio hispanica f. 12v).

Gaspare di S. Anna era apparentemente il più capace dei tre, ma la sua principale colpa era il favorire in modo spregiudicato i fratelli mentre i sudditi erano trattai «come prigionieri e schiavi negri», i malati non erano curati e gli studenti bastonati con le scope…

 

Anche se la provincia aveva molti maestri e padri motivati, il desordine regnava sovrano e sembrava che non ci fossero rimedi.

 

Sicuramente Ecija era la roccaforte dei Nieto e solo dopo la visita, il Rossi venne a sapere di «alcuni delitti importanti d’alcune monache particolari, commessi dal provinciale e da un suo fratello; ma non furono dichiarati perché le monache erano state minacciate»  (Regesta Rubei, f. 96r).

Il Capitolo di Andalusia del 1566

 

Dal capitolo dell’Andalusia del 1566 fu escluso da ogni elezione Gaspare con i suoi amici più diretti, ma il Rossi usò clemenza con lui, relegandolo come priore dell’insignificante convento di Castro del Rio.

 

Baldassare, invece, in un primo tempo, per l’aiuto offerto al fratello, fu esiliato in Castiglia o Portogallo, privato di luogo, voce e gradi, diciotto giorni in catene e disciplina per mano del Generale. In seguito espulso dalla provincia di Andalusia.

 

Melchiorre fu dichiarato apostata e contumace, condannato a tre anni di galere sulle navi di Sua Maestà e consegnato al braccio secolare. Considerati gli usi del tempo e le pressioni senza misura arrivate al Generale per evitare condanne ai Nieto, il Rossi mostrò determinazione me senza violenza.

 

Ciò nonostante le conoscenze che i tre avevano a corte riuscirono a mettere il Generale sotto a accusa malgrado in fatto che il Re affermasse di essere in totale accordo con le sue scelte.

 

Per sommo disprezzo di ogni autorità religiosa, il Consiglio reale a più riprese, azzerò tutte le condanne del Generale e reintegrò i tre fratelli nei loro conventi. Si può immaginare i disordini che ne scaturirono.

 

Ecco le tristi ragioni per cui il Rossi non voleva che Teresa fondasse monasteri nelle turbolenze andaluse. E pure nella frammentarietà delle notizie, si può immaginare cosa abbia potuto pensare il Rossi alla notizia che Baldassare Nieto era entrato tra i frati “contemplativi” teresiani. E in effetti, fu lui, attraverso Gracián a introdurre il conflitto con il Generale sulla giurisdizione in Andalusia.

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