Suor Diomira del verbo Incarnato

 

- Firenze -

 

Margherita fu la primogenita di Benedetto Allegri e Maria Nencetti. Nacque a Firenzuola, il 26 Aprile 1651, e morì a Firenze, il 17 Dicembre 1677.

 

La famiglia Allegri era una delle più antiche di Firenzuola, piccolo centro dell’area fiorentina. Diversi  fratelli e sorelle di Margherita divennero in seguito religiosi  come Girolamo, poi servo di Maria e vescovo, e Teresa Antonia, poi suor Camilla Diomira, Suora Stabilita.

 

A circa vent’anni Margherita si orientò verso la vita religiosa, ma ebbe dubbi sul monastero in cui entrare. Fece un primo tentativo presso le monache camaldolesi di Boldrone in qualità di conversa, per questioni legate all’entità della dote, dove entrò il 22 Dicembre 1671. Ma, sia per il suo accentuato spirito di penitenza, sia per una salute cagionevole rispetto ai compiti che avrebbe dovuto svolgere, che per il suo bisogno di pregare prolungato, l’accettazione non andò a buon fine.

 

A questo punto iniziò a pensare alle Carmelitane di S. Maria degli Angeli e di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, che vedevano ancora presente la stimata madre priora Minima di San Filippo, Strozzi.

 

Ma, probabilmente, essendo divenuto il Carmelo un monastero prettamente nobiliare,  Margherita preferì orientarsi per la nuova esperienza delle Suore “Stabilite nella Carità” di spiritualità filippina, ma al tempo legate alla Regola Agostiniana, fondate da Vittorio dall’Ancisa e Maria Triboli.

 

Tra le Stabilite, Margherita entrò il 24 Giugno 1672, prendendo il nome di Suor  Diomira del Verbo Incarnato e adottando, come sua giaculatoria preferita: “Verbum caro factum est”. Emise la professione il 14 Agosto 1673.

 

 

E’ noto che ebbe modo di ascoltare a refettorio la Vita di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, ma non deve essere stata questa l’unica occasione che ebbe per leggerla, considerato quanto si ispirò alla mistica carmelitana sia riguardo all’amore per la purità e la povertà quanto, ancora di più, per il culto della Santissima Trinità.

 

Sempre S. Maria Maddalena fu tra i suoi Santi particolari. Ne usava l’olio generosamente dispensato dal Monastero a quanti lo chiedevano e della Santa ebbe un soggolo. Per lei S. Maria Maddalena era: “La mia cara Santa”.

 

Suor Diomira era profondamente legata al culto della Passione del Signore e, a partire dal 1674, cominciò a riviverla. Esistono referti di medici del tempo (dr. F. Redi e dr. Fabbri, medico della comunità) che asseriscono la presenza sul suo corpo di ferite simili a quelle del Crocifisso.

 

Tra i capisaldi della sua esperienza spirituale, da buona conversa, vi furono l’umiltà e la conformità al divino volere con un particolare zelo per le anime fatto che, secondo il biografo, la espose ad una particolare aridità di spirito.

 

Come di consueto, il suo confessore le assegnò per compagna e segretaria Suor Reparata Montagnani alla quale avrebbe dovuto render conto di quanto accadeva nella vita della sua compagna.

 

La sintesi della sua spiritualità sta nelle preghiere (I protesti), rivolti alla SS. Trinità e al Verbo incarnato profondamente ispirati all’esperienza spirituale di S. Maria Maddalena de’ Pazzi.

 

Suor Diomira è Venerabile per la Chiesa Cattolica e il 23 Maggio 2008 si è riaperto il processo per la sua Beatificazione.

 

Colloqui I

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Le Lettere della Beata Maria Bagnesi - 2022
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Nuova Antologia delle parole di Santa M. Maddalena de' Pazzi - 2021 Prefazione G. Betori
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